ALLIUM: TRA STORIA, MITO, SCIENZA E SALUTE


Convegno MOTTAFOLLONE Estate 2011

Da sempre la tradizione popolare attribuisce a quest'umile bulbo virtù talmente numerose da far sorgere il sospetto che si tratta di pura millanteria. Ma non è così. A confermare le Proprietà descritte dagli antichi vi è oggi una serie di studi scientifici condotti da moderni centri di ricerca.
Nell'antico Egitto l'aglio era considerato una pianta con proprietà non solo curative, ma anche spirituali: chi voleva ingraziarsi Sokar, Dio dei morti e degli inferi doveva indossare una collana d'aglio. Fu Khnoon Khoufouf, progettista di una delle piramide più antiche, ad ordinare a tutti i suoi schiavi di consumarne quotidianamente una buona dose per mantenersi sani e vigorosi e riuscire così a spostare gli enormi massi di pietra necessari alla costruzione delle piramidi. E fu proprio la mancanza d'aglio il motivo scatenante del primo sciopero della storia di cui vi sia testimonianza: rimasti senza il loro elisir, gli schiavi incrociarono le braccia e non ripresero a lavorare fino a quando non arrivarono le nuove scorte. I costi per assicurare la "dose" quotidiana alla migliaia di schiavi impegnati nella costruzione delle piramidi non era indifferente.Racconta lo storico Erodoto (484-425 a.C.) di quando, in visita in Egitto, rimase sbalordito per un'iscrizione che aveva notato su una piramide: "Colui che me la interpretò mi disse, e me ne ricordo molto bene, che la spesa per l'acquisto degli agli ammontava a 1600 sesterzi d'argento", una cifra a quei tempi astronomica. Il papiro di Erbes che risale al 1550 a.C., elenca ben ventidue impieghi terapeutici dell'aglio, tra i quali cefalea, morso degli scorpioni, disturbi mestruali, vermi intestinali e problemi cardiaci.

In Cina la leggenda racconta che quando un giorno Huang-ti, il mitico Imperatore Giallo (2500 a.C. circa) si incamminò su una montagna, alcuni dei suoi accompagnatori si cibarono delle foglie di una pianta che si dimostrò velenosa. Per loro fortuna trovarono sul loro cammino delle piantine di aglio; le mangiarono ed ebbero salva la vita. Fu così che l'Imperatore ordinò di iniziare la prima coltivazione di aglio della Cina. Considerato gradito agli dei, veniva anche usato per aromatizzare gli agnelli destinati al sacrificio.

Gli antichi Greci depositavano teste di aglio sui mucchi di pietre che indicavano un incrocio per placare Ecate, la dea con tre corpi, in grado di collegare i tre livelli del mondo: inferi, terra e cielo. Del resto fu grazie all'aglio che Ulisse riconquistò le forze per liberarsi dall'incantesimo della maga Circe: per questo e per mille altre ragioni i medici del tempo lo consideravano l'erba della salute. "Ha ogni sorta di virtù acuta e calda; rinforza lo stomaco, rimescola il ventre, elimina la ventosità, espelle i parassiti, provoca l'urina" scriveva Dioscoride nel suo De Materia Medica, il primo trattato sulle erbe medicinali.

Carlo Magno (742-814) rese obbligatoria nei suoi domini la coltivazione dell'aglio. Le virtù della pianta erano talmente rinomate che ad un suo successore, Enrico IV (1050-1106), in occasione del battesimo, come era consuetudine invece tra i pleblei, fu strofinato un aglio sulla bocca per dargli forza.

Paracelus, il nome latino che si era conferito per darsi un'aura classica il medico latino svizzero del XV secolo Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, riteneva che l'aglio fosse la medicina adatta per guarire o almeno prevenire la peste.


Curarsi con l'aglio




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